lunedì 10 febbraio 2014

La spazzolatura

Qual è la cosa più bella, la mattina appena svegli o la sera prima di andare a nanna?
Da qualche settimana a questa parte penso che la mia risposta potrebbe essere diventata, oltre che dare un bel bacio a marito e bimbo, una bella spazzolatura.

Armatevi di una spazzola di setole naturali per il corpo e iniziate a prendervi cura del vostro corpo. Come?
Si parte con lo spazzolare gli arti superiori, prima il braccio destro e poi il sinistro, con movimenti che vanno dalle mani verso la spalla, verso l'alto.
Si prosegue sul petto, con colpetti verso il basso, e sulla pancia, con movimenti dall'esterno verso l'interno, cioè dal fianco verso l'ombelico; poi si spazzolano gli arti inferiori, prima davanti poi dietro, salendo dai piedi verso le cosce per facilitare la risalita della linfa. 
Successivamente, se avete qualcuno che può darvi una mano, fatevi spazzolare nuca, verso il basso, e schiena, con spazzolature che partono dalla colonna vertebrale verso il fianco, cioè dall'interno all'esterno, partendo dall'alto e scendendo lungo la colonna.
Se invece vi state spazzolando da soli... beh, fate fin dove potete! ;)
Infine si da una bella spazzolata a entrambe le piante dei piedi, avanti e indietro.
Il tutto dura pochi minuti, quindi non correte il rischio di arrivare tardi al lavoro o di addormentarvi prima di aver finito. 

La spazzolatura sembra una cosa banale, in realtà è una utilissima terapia di rafforzamento e stimolazione di tutto l'organismo: tonifica e pulisce la pelle, riscalda il corpo (da provare soprattutto se trascorrete la seconda serata al freddo e al gelo in cucina a studiare, come me, e quando decidete di andare finalmente a letto siete un pezzetto di ghiaccio ^^'), regola la pressione, è miorilassante (ossia rilassa i muscoli) eppure porta anche energia, stimola gli organi emuntori (cioè quegli organi che hanno il compito di eliminare le scorie del nostro organismo), combatte la cellulite ;) e le gambe gonfie... insomma, è davvero un toccasana. 
Quando va evitata? In caso di problemi alla pelle, infiammazioni, vene varicose, ferite, scottature, funghi e grossi nei, febbre...
Potrebbe succedere che con la spazzolatura si vadano a riacutizzare dei dolori che sembravano sopiti...
non preoccupatevi e continuate pure: sono solo le tossine che stanno organizzando il trasloco. :)

giovedì 6 febbraio 2014

Come funzionano i rimedi floreali di Bach


I rimedi floreali scoperti da Bach funzionano secondo la legge fisica della risonanza (vedi tra i post precedenti quello che si intitola "Risuonando...").
Come insegnano la fisica quantistica e la famosa equazione di Einstein, la materia non è altro che energia "solidificata", per cui posso andare a influire anche sulla materia, oltre che sulla psiche, attraverso rimedi di tipo vibrazionale. 
La vibrazione di ogni singolo fiore viene messa in risonanza, mediante l'acqua in cui è diluita, con le vibrazioni del campo energetico della persona. Dal momento che le vibrazioni del fiore sono di qualità armonica più elevata (il primo diapason del mio esempio), esse andranno a riequilibrare la vibrazione disarmonica della persona sofferente (il secondo diapason). 

La maggior parte dei fiori di Bach (33 su 38 totali) corrispondono a un tipo psicologico di persona ben preciso: di essi vengono descritti i modi di fare, le dinamiche interiori, le frasi comuni, gli stati d'animo, i difetti essenziali e i punti di forza o le qualità della persona una volta riarmonizzata. Ognuno di noi può ritrovarsi in un fiore specifico, e vivere in una fase più o meno armonizzata della sua personalità.
Tutti però viviamo anche stati emozionali transitori, per cui in alcune fasi saremo più vicini a un fiore differente (compreso tra i 33 dei tipi psicologici oppure appartenente ai 5 fiori transitori).
I fiori di Bach non aggiungono ciò che nel soggetto manca (non possono ad esempio dare la capacità di leadership a persone che ne sono caratterialmente sprovviste... Magari! Ci sarebbero un paio di cosette che io vorrei avere... :P ), ma aiuteranno la persona a far vibrare le sensazioni del momento, le emozioni, in modo equilibrato e positivo, a trasformare il difetto in virtù, la sofferenza in armonia.

In queste settimane di studio io sto cercando di scoprire il mio fiore, quello caratteristico del mio tipo psicologico: devo dire che è proprio un bel lavoro da fare su se stessi, di ascolto, confessione, comprensione, perdono e ringraziamento. :)
E voi, avete voglia di scoprirvi?

martedì 4 febbraio 2014

La malattia secondo Edward Bach

Edward Bach, nato nel 1886 in Inghilterra, è stato un medico parecchio particolare: attento nel suo lavoro e nella cura dei pazienti, osserva presto come le terapie tradizionali siano spesso dolorose e fonte di sofferenza per i malati. Si mette quindi fin da subito alla ricerca di rimedi curativi che agiscano dolcemente.
A trentun anni gli viene affidato un intero ospedale e, nello stesso anno, gli muore la giovanissima moglie.
In seguito a questo lutto si ammala e gli viene diagnosticato un tumore alla milza con prognosi gravissima: tre mesi di vita. Lui non si perde d'animo e si butta nel suo lavoro di ricerca con ancora più slancio e passione. Dopo mesi di studi si ritrova guarito e inizia quindi a chiedersi quanto lo stato d'animo del paziente sia in realtà importante per la guarigione.
Si mette a raccogliere erbe, a osservare i fiori. Abbandona la medicina praticata fino ad allora e si trasferisce in Galles dove, nel giro di qualche anno, tra le migliaia di piante studiate, sceglie i suoi 38 rimedi, che da allora sono utilizzati in tutto il mondo e di cui parleremo nei futuri post.

Per Bach, la malattia alla sua origine non è materiale, ma soltanto l'ultimo effetto prodotto nel corpo, la risultante, di forze che agiscono per lungo tempo e in profondità. 
In ognuno di noi infatti vi sono uno o più "difetti essenziali", come li chiama lui, che ostacolano in modo particolare la nostra progressione verso la perfezione e che creano una dissociazione tra
- il Sè, la nostra Anima, la scintilla divina che si trova in ciascuno
- l'io, la nostra personalità, soggetta ai condizionamenti esterni.
La salute infatti per lui non è l'assenza di sintomi, ma un vibrare all'unisono con la propria Anima, fonte di ogni bene.

Nel lavoro su se stessi, grazie anche all'aiuto del terapeuta, il primo obiettivo deve essere quindi quello di imparare a conoscersi, osservare la prospettiva che si ha della vita, gli errori che si ripetono o quelli del momento, i difetti del carattere, le paure ma anche le qualità e i punti di forza. Nel trattamento di qualsiasi patologia la personalità gioca un ruolo più importante del corpo fisico; non è infatti la malattia che va curata, ma l'individuo! Quando la persona migliora, anche la malattia se ne va.
Come fare, però, per liberarsi di un difetto, una volta scoperto? Secondo Bach, non bisogna mai muovergli guerra, perchè tutto ciò su cui concentriamo la nostra attenzione cresce, si rafforza. Bisogna invece concentrarsi sulla "virtù" corrispondente, svilupparla, e vivere come se fosse già realizzata (il difetto infatti non è altro che la stessa virtù vissuta in modo distorto).
Un esempio? Se mi accorgo di vivere sempre le mie emozioni con grande intensità, di essere passionale senza mezze misure, di provare spesso sentimenti di gelosia, di invidia, di far fatica a perdonare, posso cominciare a ripetermi che sto imparando pian piano a vivere l'amore in modo disinteressato, a darmi agli altri e a godere del bene altrui.
E allora magari anche le infiammazioni acute, la febbre, le vampate, la forte tosse, andranno piano piano sparendo.

mercoledì 29 gennaio 2014

Risuonando...



Nei giorni scorsi, studiando, mi sono imbattuta nel Principio di Risonanza.
Ora, io non sono un fisico, ahimè.
Però sono una chitarrista (anche se la mia chitarra è temporaneamente ospitata, da agosto scorso ^^', presso una famiglia di amici... ma questa è un'altra storia). E da brava chitarrista che ha imparato a suonare negli anni 90 - oggi ormai si userà solo l'accordatore automatico - so come si usa un diapason, quella specie di forcella di metallo a forma di Y che, percosso, permette di ottenere la nota La.

Bene, cercando su internet, ho trovato un facile esperimento che permette di spiegare in modo semplice questa legge, all'apparenza complessa.

Immaginate di prendere due diapason e di posizionarli vicini.
Immaginate poi di percuoterne uno con un martelletto e, dopo un breve intervallo di tempo, di fermarlo con le mani e di spostarlo.
Vi accorgereste che il secondo diapason, magicamente, comincerebbe subito a vibrare e continuerebbe a produrre il suono anche dopo che il primo viene fermato e spostato.
Come è possibile?
In fisica la risonanza è definita come "il processo che facilita un trasferimento di energia tra due sistemi vibratori - il sistema sorgente e il sistema risonatore - che oscillano con una frequenza di vibrazione uguale o vicina, e che ha come effetto l'aumento dell'ampiezza delle vibrazioni del sistema risonatore".
Nel nostro caso il sistema sorgente era ovviamente il primo diapason, quello risonatore il secondo.

Vi starete chiedendo perchè ci interessa tutto questo. Vi terrò ancora un po' sulle spine (quanto mi piace! :D). Vi anticipo però che ci serve come importante premessa, perchè nei prossimi post entreremo nello splendido mondo dei Fiori di Bach... ;)

lunedì 27 gennaio 2014

L'olismo e l'unicità di ognuno di noi

Questa sera voglio anzitutto ringraziarvi uno per uno per la splendida accoglienza che avete dato a me e a questa mia avventura. Grazie, di cuore!

Fra i tanti bei commenti che mi avete lasciato, mi è stato chiesto di continuare a pubblicare qui i rimedi che imparo in modo da poterli provare anche voi a casa.
Ovviamente mi trovate più che favorevole ;) ma occorre fare una piccola premessa.
La Naturopatia si basa su 4 principi filosofici:
  • Causalismo: ogni azione attiva un processo che provoca eventi successivi, quindi non devo combattere la malattia, ma agire sulla causa. E' determinante il ruolo attivo del soggetto.
  • Vitalismo: c'è una saggezza all'interno del corpo umano, esso possiede un'energia vitale (vis medicatrix naturae) che lo anima e che vuole mantenerlo in salute, per cui, a parità di circostanze, questa forza orienta il soggetto verso la reazione più favorevole possibile per il mantenimento dell'organismo
  • Naturalismo: la natura è madre e maestra, il processo di guarigione me lo mostra lei tramite i segnali del corpo
  • Olismo: dal greco olos che significa "tutto come intero"; l'uomo è un essere intero, unico, non frazionabile in parti
Sul principio olistico ci sarebbero da dire molte cose, è più complesso di quanto ho scritto finora e magari dedicherò ad esso un altro post. 
Anche solo da queste poche righe, però, penso che sia di facile intuito per tutti che la Naturopatia non avrà come obiettivo quello di curare il singolo sintomo, o il singolo organo malato: quell'organo infatti è parte di un tutto più grande e più complesso, che va tenuto ben presente! L'uomo non è la semplice somma di polmone + rene + fegato ecc. ma ogni singolo organo è collocato in un contesto ben preciso (il mio fegato sarà diverso dal tuo), quindi bisognerà lavorare sulla persona nella sua interezza (livello fisico, emotivo, mentale, spirituale).
Detto questo possiamo certo dire che un impacco di ricotta porterà dei benefici per il mal di gola, in generale, ma senza dimenticare che il mio mal di gola sarà certamente diverso dal tuo.
In questo blog io vi porto la mia esperienza personale, perchè il mio corpo (o quello di mio figlio o della mia famiglia) è quello che sicuramente conosco meglio. ;)
Avete però la mia piena disponibilità (e ne avrete soprattutto in futuro quando, esame dopo esame, avrò qualche strumento in più da mettervi a disposizione) per aiutarvi a capire quali segnali vi sta dando il vostro corpo, e di conseguenza come intervenire in modo efficace e rispettoso. :-)

giovedì 23 gennaio 2014

Festini e postumi

Le due settimane dopo l'epifania sono state un periodo di grandi feste per la nostra famiglia: prima la festa di compleanno di A. con nonni e zii, poi quella di mio marito (papà e figlio compiono gli anni a 4 giorni di distanza), poi ri-festa di compleanno di A. con gli amichetti, il tutto intercalato dal matrimonio di una coppia di nostri carissimi amici.
Insomma, impossibile non pensare che l'anno prossimo avrò ben due esami di Nutrizione, e allora sì che faremo le cose per bene! (dovete sapere infatti che la mia bravissima illustratrice Flavia è davvero troppo buona con me e mi disegna sempre più magra di quella che sono in realtà... ;-)

Nel frattempo però, vi rendo partecipi della dottrina dell'equilibrio termico, elaborata da Manuel Lezaeta Acharan nei primi anni del '900 e studiata da me poche settimane fa in Idrotermofangoterapia.
L'uomo non si nutre di quello che mangia ma di quello che digerisce e assimila, e la digestione per svolgersi correttamente deve avvenire mediante una fermentazione degli alimenti a 37°C. Se però c'è una alimentazione scorretta o troppo abbondante forziamo e prolunghiamo il lavoro di stomaco e intestino, e questo ha come conseguenza un'aumento della temperatura all'interno dell'apparato digerente.
Questo fenomeno è stato chiamato da Acharan "febbre gastro-intestinale".
Questo maggior calore favorisce la putrefazione degli alimenti e la produzione di "veleni" che intossicano il sangue e possono causare, alla lunga, delle malattie. La febbre interna inoltre produce una circolazione sanguigna deficiente a livello di superficie cutanea.
Per Acharan la salute può esistere solo se c'è equilibrio tra temperatura interna e temperatura esterna, di conseguenza l'unico rimedio efficace per combattere la febbre gastro-intestinale è quello di produrre la febbre curativa della pelle attraverso le tecniche idroterapiche (oltre ovviamente a correggere il tiro in merito all'alimentazione). Lo stimolo termico produce una reazione nervosa e circolatoria che sposta il sangue a livello di circolazione periferica, riducendo quindi la congestione sanguigna dei visceri.

Tra gli alimenti che sforzano eccessivamente il nostro sistema digerente, mi tocca dirvelo, ci sono soprattutto il caffè (che fortunatamente non bevo), il cioccolato (qual è la prossima domanda?), l'alcool (evviva i brindisi delle ultime settimane!) e le proteine di origine animale, in particolare la carne.

Povero stomaco mio, consolati! I compleanni per un po' sono finiti, abbiamo tempo di rimetterti pian pianino in sesto. Intanto la mia mezz'oretta di step al giorno non me la toglie nessuno. ;)


martedì 21 gennaio 2014

Il sentiero della Natura

Da brava ex-studentessa di Liceo Classico, ho sempre associato il termine Naturopatia a quella che credevo essere la sua vera origine etimologica: in greco patia deriva dal verbo pasko che significa soffrire…
Immaginate quindi il mio stupore quando mi sono trovata a leggere che il termine (coniato da Shell alla fine dell’800 per definire i suoi metodi di cura) è stato in realtà creato unendo i termini “cura naturale” + “omeopatia”.
Ovviamente non sono stata l’unica a cadere nell’errore di cercare una traduzione dal greco e infatti il termine, storicamente, ha dato subito luogo a controversie ed è stato oggetto di critiche, perché molti lo leggevano come “sofferenza naturale” o simili (mah!).
Finché agli inizi del ‘900 Benedict Lust ha cercato una “scappatoia”, per così dire, a questo equivoco proponendo di far derivare il termine dall’inglese: “nature’s path” ossia “il sentiero della natura”.
E questa risulta, ad oggi, l’interpretazione più accreditata.

Personalmente adoro i termini con origini arcaiche e classiche, ma devo dire che questa interpretazione mi piace. Da qui anche il nome del mio blog.

E perchè Iza? Lo scoprirete in una delle prossime puntate ;-)